Il primo episodio di Storie InterRotte ci porta nella regione di Kayes, zona rurale del Mali che produce oltre l’80% dei migranti maliani verso l’Europa. In queste terre bruciate dal sole quasi tutte le donne che s’ incontrano sono mogli, madri o sorelle di migranti che hanno deciso di prendere la “strada dell’avventura” per migliorare la condizione economica delle proprie famiglie.
Da qualche tempo, però, la partenza degli uomini non basta più. Così molte giovani ragazze non ancora sposate, come Fatoumata, consapevoli degli enormi rischi a cui vanno incontro, si fanno coraggio e progettano di seguire i passi dei loro padri, zii e fratelli per cercare di raggiungere il sogno europeo. L’agricoltura, principale attività economica della regione, negli ultimi anni è compromessa dai cambiamenti climatici e dalla debole automatizzazione del lavoro nei campi.
La pioggia qui è sempre più scarsa a causa del taglio indiscriminato degli alberi per uso domestico (cucina), riducendo i raccolti e rendendo la vita nel Sahel, regione fortemente soggetta all’avanzata del deserto, ancora più dura e senza alternative all’emigrazione di massa.
Nel secondo episodio di Storie InterRotte ci troviamo ancora nella regione di Kayes, nel villaggio di Sambacanou, dove ogni progetto di sviluppo è finanziato dalla diaspora installata in Europa: scuole, dispensari, pozzi, moschee.
La gente di Sambacanou può contare solo sui fondi inviati dai parenti migrati all’estero.
Costruita grazie a una colletta della comunità del villaggio residente in
Francia, una nuova cisterna vede la luce e presto darà acqua corrente all’intera comunità. Anche la vecchia era stata eretta dalla diaspora, ma negli anni si è arrugginita.
I
giovani, all’ombra della nuova cisterna, sognano di seguire la rotta indicata dai padri.
Ora per evitare di prendere la “strada del deserto e del mare” bisogna pagare caro i visti al mercato nero, mettendosi nelle mani d’intermediari corrotti delle ambasciate
europee.
Lassanà è un giovane studente di Sambacanou. Il liceo più vicino è a molti chilometri di pista, così, come molti adolescenti del villaggio, si è trasferito da parenti a Bamako,
in capitale, per proseguire gli studi. Dopo le lezioni chiama su whatsapp i cugini più grandi, in Francia.
“Fa freddo? Nevica?”.
Conosce bene i pericoli e le difficoltà
sia del viaggio che dell’Europa odierna.
Ma non ha dubbi: “Appena finito il liceo, anch’io partirò.”
“A scuola abbiamo studiato cosa sono le montagne, abbiamo visto qualche montagna in televisione.
Ma camminare in montagna è difficilissimo, cammini due metri e ti fermi per quanto è faticoso”, afferma Ousmane Touré, ivoriano, guardando la neve dalla finestra della stazione ferroviaria di Oulx.
Nel 2018 circa cinquemila persone hanno attraversato la frontiera italofrancese passando da Bardonecchia e dal Colle della Scala, mentre almeno tre persone sono morte lungo la traversata a causa dell’ipotermia o perché si sono perse o sono cadute in un crepaccio.
Nei primi mesi del 2019 il valico del Colle della Scala sembra meno frequentato dai migranti, nonostante ci sia meno neve rispetto al 2018. Invece ogni notte tra le dieci e le quindici persone sono soccorse sui sentieri che collegano Claviere, in Italia, al valico del Monginevro, in Francia.
Nella maggior parte dei casi la gendarmeria francese li ferma e li riporta indietro sul versante italiano, ma dopo qualche giorno i ragazzi riprovano ad attraversare il valico di frontiera.
"Il sistema di micro accoglienza diffusa che abbiamo adottato è vincente perché si affida solo a piccoli alloggi affittati dai privati cittadini. Così il migrante diventa il tuo vicino di casa", dice nel video Enrico Tavan, assessore alle politiche sociali di Avigliana, in val di Susa.
Qui, nel 2016, è stato avviato il servizio di Micro accoglienza diffusa (Mad): i comuni della zona si sono impegnati ad accogliere oltre un centinaio di richiedenti
asilo e protezione internazionale (massimo 12 persone per paese) all’interno di abitazioni private.
Questo modello favorisce l'integrazione dei rifugiati con la popolazione e il loro sviluppo individuale.
"L'equivoco sta nel riconoscere gli altri come 'stranieri' e non semplicemente come persone", aggiunge Lucrezia Riccardi, responsabile area migranti della Cooperativa Orso.
17 gennaio 2019
Porta sulle spalle una grossa sacca di tela verde che lo costringe a camminare con la schiena piegata. Ha le gambe sottili e un cappello nero che gli protegge la fronte dal freddo.
22 gennaio 2019
In viaggio nella remota regione del Lago Ciad, Andrea de Georgio ha raccolto le testimonianze dei sopravvissuti che vivono nel campo profughi di Dar Assalam, a Baga Sola.
24 gennaio 2019
Ospiti la giornalista Annalisa Camilli di Internazionale con cui approfondiremo il reportage Frontiere, in fase di realizzazione con Andrea de Georgio e Michele Cattani
19 aprile 2019
L'approfondimento sul lago Ciad curato da Andrea de Georgio per Nigrizia
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5 aprile 2019
Uscito in concomitanza con l'Internazionale, il secondo episodio della serie Storie Interrotte "Nulla puó fermare la fuga dei giovani del Mali"
12 aprile 2019
Uscito in concomitanza con l'Internazionale, il terzo episodio della serie Storie Interrotte "Sulla rotta alpina con i migranti che cercano di entrare in Francia"
#storieinterrotte
Tutti gli episodi della web series Storie Interrotte sull'Internazionale
Il reportage “Storie interrotte” è stato realizzato dai giornalisti
Andrea de Georgio e Annalisa Camilli.
Immagini foto e video:
Michele Cattani
Musiche:
Electric Circus
Il reportage “Storie interrotte” si inserisce all’interno del progetto “Check point: storie di frontiere tra Europa e Sahel”,
promosso da Rainbow 4 Africa - ONLUS e Cooperativa Orso,
in collaborazione con ENGIM Piemonte
Media partner:
Border radio e Radio Beckwith
Il logo del reportage "Storie Interrotte" è stato realizzato dagli studenti e dalle studentesse dell'IIS Bodoni - Paravia di Torino
“Check point: storie di frontiere tra Europa e Sahel” è un progetto finanziato attraverso il Consorzio delle ONG Piemontesi da
Frame, Voice, Report! con il contributo dell’Unione Europea.
Questo sito è stato prodotto con il contributo finanziario dell’Unione europea. Il contenuto di questo documento è di esclusiva responsabilità di Rainbow for Africa - ONLUS & cooperativa Orso e non riflette necessariamente la posizione dell'Unione Europea.
Il reportage Storie Interrotte è distribuito con Licenza
Creative Commons Attribuzione - Non commerciale - Non opere derivate 4.0 Internazionale (CC BY-NC-ND 4.0)
Un ringraziamento speciale a
Mariangela Ciriello, Valentina Topputo, Sylvie Di Giandomenico, Luca Chiampo.